Chi la dura la vince. I veronesi Dark Ages hanno
raccontato che, a volte, sono stati scartati da certi festival metal
nazionali per il fatto, pare, di non essere strettamente inquadrati in
un solo genere; adesso, con la trasposizione in teatro del loro concept “Teumman”,
pubblicato in due parti fra il 2011 e il 2013, hanno dimostrato di
saper vincere una delle sfide più interessanti per un artista. La band
infatti si è associata con una compagnia teatrale e ha realizzato in
tempi molto brevi una drammatizzazione della storia del principe
Teumman, unendo musica suonata dal vivo, recitazione e danza. Sul palco
quindi i Dark Ages, in disparte e praticamente parte della scenografia,
suonano dal vivo tutti i due album, mentre attorno a loro gli attori
cantano i vari brani interpretando i ruoli assegnati. La
drammatizzazione poi si completa con una serie di dialoghi in italiano,
recitati soprattutto durante le parti strumentali previste dall’album,
in cui i personaggi dialogano fra loro per formare un ponte fra una
scena e l’altra, oppure si abbandonano a monologhi interiori da cui
traspaiono i singoli sentimenti. Questo passaggio è necessario,
nonostante non manchi, come in ogni spettacolo che si rispetti, un
dettagliato libretto in cui c’è addirittura la traduzione in italiano di
tutti i testi, perché “Teumman” è una storia ricca di introspezione, e
senza le riflessioni tra un brano e l’altro sarebbe molto più difficile
seguire il filo della storia. Scenografie e costumi semplici
caratterizzano molto bene i personaggi; fa eccezione il personaggio
principale, Teumman, interpretato naturalmente da Davide Cagnata,
cantante dei Dark Ages, che nonostante sia vestito semplicemente di
nero, senza nessun’altra caratterizzazione, spicca maggiormente rispetto
alle stoffe traslucide della maggior parte degli altri costumi. Belle
le voci, buona in generale l’interpretazione, eccellente la resa dal
vivo della band, che suona in modo più leggero e soffuso rispetto al
solito proprio per consentire alla musica di amalgamarsi meglio con il
teatro. Una scelta coraggiosa e all’avanguardia, almeno qui in Italia,
dove la trasposizione in teatro di un concept album in chiave metal è
ancora un qualcosa che raramente ha trovato una realizzazione pratica;
in questo senso, senza nulla togliere, ovviamente, all’ottimo lavoro
portato a termine dalla compagnia teatrale e dai singoli attori, i Dark
Ages hanno dimostrato, ancora una volta, di essere un passo avanti a
molti.